mercoledì 1 luglio 2015

La Merkel non si smuove, si corre verso il referendum greco

Scontando l’irritazione di François Hollande, secondo il quale si deve trovare un accordo prima del referendum greco di domenica, Angela Merkel ha ribadito che c’è ormai poco da fare: “Oggi e mercoledì…”, ha quasi maramaldeggiato in conferenza stampa (accanto a Matteo Renzi, al termine del faccia a faccia berlinese). Come per dire: il tempo è scaduto: “Riteniamo che prima debba aver luogo il referendum, se ci sarà qualche situazione nuova la valuteremo, ma per il momento non c’è nessuna situazione nuova”.
La posizione di Berlino, dunque, resta intransigente. Lo si era capito ieri e oggi Schaeuble lo aveva più che confermato. Renzi - che non coltivava particolari illusioni su un eventuale ammorbidimento della Cancelliera, solo ha voluto rendersi conto di persona dello stato della discussione. Oltre ad incassare – ma questo ovviamente esula dalla partita greca – un nuovo plauso alle riforme intraprese dal governo italiano, il Presidente del Consiglio ha colto la palla al balzo annunciando l’intenzione di far celebrare il referendum sulle riforme costituzionali nel giugno 2016.
Tornando alla convulsa vicenda della Grecia, mentre Juncker fa sapere che i contatti con Atene restano aperti, l’impressione è che la relativa fiducia mostrata stamane dai mercati sulla possibilità di un’intesa in extremis sia destinata a lasciare il passo a valutazioni più realistiche.
Dal canto suo Renzi è tornato a criticare il referendum voluto da Tsipras, anche se – ha specificato – “non metto bocca”: “La consultazione popolare in Grecia è un grande errore, ma rispetto la volontà del popolo greco. Quello che è fondamentale è cercare di far prevalere le ragioni del buon senso. Non è pensabile che l’Europa faccia la guerra all’evasione fiscale in tutto il mondo e poi non faccia pagare le tasse agli armatori greci. Non bisogna trasformare il referendum in un derby tra qualche leader europeo e Tsipras”.

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