Banche, Fondo di solidarietà da 100 milioni per i danneggiati
Depositati gli emendamenti alla manovra con l’intervento del governo. Le singole posizioni saranno valutate da arbitri nominati da Palazzo Chigi
L’intervento “salva risparmiatori” del governo, del quale si è parlato per tutta la settimana, a proposito ed anche a sproposito, si è materializzato infine al sabato sotto forma di emendamenti alla Legge di Stabilità depositati in Commissione Bilancio alla Camera.
Un intervento che istituisce un fondo di solidarietà finanziato con 100 milioni del quale potranno beneficiare solo cittadini e mini-imprenditori, attraverso un meccanismo di arbitrati che verranno effettuati caso per caso. È questo, in estrema sintesi, il paracadute predisposto dall’esecutivo per attenuare il danno subito dai 10.500 risparmiatori che hanno sottoscritto le obbligazioni subordinate emesse dai quattro istituti, Banca delle Marche, Banca popolare dell’Etruria, Cassa di risparmio di Ferrara e Cassa di risparmio di Chieti, poi salvati dal governo e da Bankitalia ad un passo da un disastroso fallimento.
Dal Fondo interbancario
Il “salvadanaio” nel quale saranno messe le risorse per rimborsare gli investitori danneggiati sarà riempito, appunto, con un massimo di 100 milioni che verranno prelevati dal Fondo interbancario di tutela dei depositi. Quest’ultimo, come suggerisce il nome, è lo stesso fondo che viene utilizzato per garantire, in caso di default bancario, i depositi e i conti correnti fino a 100mila euro. Non a caso, dal ministero dell’Economia si è subito fatto sapere che «l’utilizzo del Fondo interbancario per finanziare il nuovo fondo di garanzia previsto dall’emendamento del governo sulle banche ha una funzione diversa da quella sottoposta inizialmente alla Commissione Europea, che la considerava assimilabile ad un intervento pubblico». Insomma, con questa riformulazione l‘intervento di sostegno ai risparmiatori non dovrebbe incorrere nella censura di Bruxelles.
In uno dei 5 emendamenti ad hoc presentati dall’esecutivo si legge che i meccanismi di rimborso non saranno per tutti ma accessibili soltanto agli «investitori-persone fisiche». In pratica l’eventuale rimborso di tutto o parte del danno spetterà ai cittadini ma non alle società. Potranno comunque fare domanda anche gli imprenditori individuali, gli imprenditori agricoli e i coltivatori diretti. Il governo rinvia invece ad un successivo decreto del ministero dell’Economia i dettagli delle procedure di rimborso.
Un decreto, per il quale non vengono indicate scadenze, che dovrà fissare «i termini e le procedure per la presentazione delle istanze ed anche i criteri di quantificazione».
La scelta degli arbitri
Uno dei nodi più complessi da sciogliere era, e per certi versi resta, quello del soggetto incaricato di valutare l’esistenza di un danno subito dai risparmiatori. E per averlo subito non basterà dimostrare la sola perdita economica, ma anche l’inconsapevole sottoscrizione di un prodotto rischioso (le obbligazioni subordinate), perché presentato come sicuro dai funzionari delle quattro banche. Ebbene, a differenza di quanto filtrato venerdì, Palazzo Chigi esclude che possa essere la Consob l’arbitro che valuterà i rimborsi. L’emendamento stabilisce invece che «gli arbitri» saranno scelti con un decreto del presidente del Consiglio, tra persone «di comprovata imparzialità, indipendenza, professionalità ed onorabilità». Non solo, il decreto in questione definirà anche le modalità di supporto alle procedure arbitrali che si potranno avvalere anche di «organismi o camere arbitrali» già esistenti. Insomma, la questione resta aperta.
Uno dei cardini dell’intervento di Palazzo Chigi è che alla fine l’intero costo del salvataggio dei risparmiatori dovrà ricadere sui privati, poiché in caso contrario ci sarebbe la bocciatura certa in sede europea. Allo stesso tempo, però, negli emendamenti viene introdotto un sostanzioso sconto fiscale a beneficio delle banche che hanno immesso le risorse nel Fondo di risoluzione unico per salvare l’attività dei quattro istituti in dissesto.
Di fatto una deducibilità al 100% dei contributi, anche volontari, al fondo stesso. Infine, l’esecutivo immetterà a sua volta 2,5 miliardi nel Fondo di risoluzione unico. Lo dovranno fare tutti gli Stati in base alle nuove norme Ue, e si tratta di risorse che serviranno in caso di interventi d’emergenza, da realizzare in pochi giorni. Risorse che avranno un utilizzo solo temporaneo e dovranno essere restituite dal sistema bancario.
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