Dalla e-news di Matteo Renzi, Segretario nazionale PD (2 aprile 2016)
(...) La storia è molto semplice. Nel 2014 il Governo ha autorizzato lo sblocco di un progetto industriale francese in Basilicata, fermo dal 1989, il progetto Tempa Rossa.
Ci lamentiamo che nel Sud non c’è lavoro. Bene, se ci sono investimenti stranieri che sono bloccati da 25 anni anziché parlare, diamo loro le autorizzazioni, no? Avevo già annunciato pubblicamente, in più sedi, che avremmo dato il via libera a questo progetto. Quando l’emendamento è stato formalmente presentato, il ministro dello sviluppo economico lo ha comunicato in anticipo al suo compagno, che si è scoperto poi essere interessato al business. Così facendo Federica Guidi ha compiuto un errore e giustamente ha deciso subito di dare le dimissioni, per evidenti ragioni di opportunità.
Ricordate quando nel 2013 (ero ancora Sindaco) chiesi le dimissioni del ministro Cancellieri per una telefonata inopportuna? Noi pensiamo che la coerenza non sia un optional. E se è vero che il Governo di allora non volle procedere alle dimissioni, noi ci siamo comportati in modo diverso. Perché – diciamo la verità – noi siamo oggettivamente diversi da chi ci ha preceduto: se uno sbaglia, con noi paga. E a quelli che vogliono far credere che siamo tutti uguali rispondiamo con i fatti.
Federica Guidi ha lavorato con molta determinazione e passione. La sua disponibilità a fare un passo indietro, immediata, ha gettato nel panico le varie opposizioni. Che a quel punto non sapendo che cosa fare hanno iniziato a urlare ancora più forte, chiedendo le dimissioni dell’intero governo, responsabile non si sa bene di che cosa. E presentando l’ennesima mozione di sfiducia. Andremo in Parlamento, spero il prima possibile. E ancora una volta il Parlamento potrà mandarci a casa, se vorrà. Ma non credo succederà neanche stavolta.
Perché le opposizioni sanno perfettamente che l’unico modo per molti di loro di restare aggrappati a una poltrona comoda e ben pagata è che questa legislatura vada avanti: con la nuova legge elettorale e con le preferenze, molti di loro non rientrerebbero in Parlamento nemmeno con le gite scolastiche. E quando la nostra riforma costituzionale sarà finalmente Legge e i posti da parlamentare diminuiranno in modo drastico, la stragrande maggioranza dei deputati delle opposizioni proveranno l’ebbrezza di tornare a lavorare, anziché pontificare tutti i giorni sulle agenzie di stampa. Loro parlano, noi stiamo cambiando l’Italia.
Dunque faranno ancora qualche piccolo show in Aula. E poi torneranno alle loro cene romane a fantasticare su nuovi complotti: del resto i capipopolo sono persone che pensano che l’uomo non sia mai andato sulla Luna, che le sirene esistono, che la mafia non ha mai ucciso nessuno. Noi del Governo invece non raccoglieremo le polemiche, continueremo a lavorare, per l’Italia e per gli italiani. Perché anche questa missione ci conferma che l’Italia c’è, è forte, è ricca di energie e di talenti.
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