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martedì 20 ottobre 2009

Le mille facce di Berlusconi...Sicuramente lo statista più divertente degli ultimi 150 anni

Proposte del PDNon abbiamo elementi per giudicare se Berlusconi sia stato effettivamente il migliore statista degli ultimi 150 anni – come da sua stessa ammissione – ma possiamo riconoscere che sicuramente è il più divertente. E a forza di ridere si finisce a piangere.
Sono passati solo 6 anni (e non un secolo e mezzo!) da quando andava dicendo entusiasta:Ora, con questa riforma, il mercato del lavoro in Italia è tra i più flessibili in Europa”, riferendosi al maxi-decreto che riformava il mercato del lavoro in Italia.
Celebre poi rimase il suo show a Wall-Street, dove, fra i soliti distinguo di etica morale (“da noi gli imprenditori sono sulle copertine dei giornali dove sfoggiano belle signore”), e una esaltazione sfrenata al modello americano (“siamo i più americani di tutta Europa”), gongolava sulla riforma del lavoro da lui varata (“abbiamo trasformato un mercato del lavoro rigido, nel mercato del lavoro più flessibile in Europa”).
Arriviamo ad oggi quando – chiamato ad esprimersi sulle dichiarazioni del “compagno” Tremonti – ha affermato che “Per noi, come dimostrano i provvedimenti presi in questi mesi a tutela dell'occupazione, è del tutto evidente che il posto fisso è un valore e non un disvalore”.
Chissà cosa ne pensano in merito gli adulatori della liberaldemocrazia??? Non gli resta che piangere...
Scriveva invece il Partito Democratico - appena un anno fa - nelle pagine del programma elettorale "Contro la precarietà del lavoro, l’idea è quella di attuare la sperimentazione di un compenso minimo legale con 1000, 1100 euro mensili per i collaboratori economicamente dipendenti, l’allungamento del periodo di prova, l’incentivazione dell’apprendistato, forti incentivi a chi assume a tempo indeterminato, durata massima di 2 anni per contratti atipici, l’estensione delle tutele fondamentali a tutti i lavoratori. Deve essere garantita, inoltre, la continuità dell’occupazione facendo della formazione permanente un nuovo diritto di cittadinanza, con la tutela del reddito in caso di disoccupazione e con un sistema efficiente di servizi per il reimpiego."

lunedì 19 ottobre 2009

Tremonti mette in soffitta la politica liberale…e rispolvera lo stato sociale e il posto fisso di lavoro.


I tempi dell'elogio della mobilità e dell'esempio americano sono passati. Anche il ministro Tremonti torna a elogiare il posto fisso, al punto da individuarlo come "la base della stabilità sociale". Il ministro dell'Economia ha espresso la sua tesi a Milano, al convegno promosso dalla Bpm sulla partecipazione dei lavoratori all'azionariato delle imprese. Al convegno erano presenti anche i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil. "Non credo - ha detto il ministro - che la mobilità sia di per sè un valore. Per una struttura sociale come la nostra, il posto fisso è la base su cui costruire una famiglia. La stabilità del lavoro è alla base della stabilità sociale". Tremonti ha poi analizzato le diverse strutture di welfare elencando le criticità del modello statunitense: "Un conto è avere un posto di lavoro fisso o variabile in un contesto di welfare come quello europeo, un conto è avere uno stipendio senza sanità e servizi. Negli Stati Uniti i fondi pensione dipendono da Wall Street, e se le cose vanno male ti ritrovi a mangiare kit kat in una roulotte e neghi la scuola ai tuoi figli".
Quanto sono lontani i tempi di quando Berlusconi e i suoi fidi collaboratori sostenevano – in nome di uno stato leggero e non oppressivo- che il welfare era il male assoluto delle democrazie, e che sanità, istruzione e sicurezza dovevano passare alle regole del libero mercato, ed ancora che la flessibilità del lavoro era il futuro delle nostre generazioni. Ma non erano questi i liberali italiani? Che deridevano le nostre posizioni perchè vecchie, superate, da comunisti?

domenica 11 ottobre 2009

Lodo Alfano, italiani d'accordo con Consulta. E Brunetta si smarca da Berlusconi...


La maggioranza degli italiani è d'accordo con la sentenza della Corte costituzionale di togliere al premier Silvio Berlusconi l'immunità dai processi penali, ma solo una minoranza vuole la fine del governo ed elezioni anticipate. E' quanto emerge da due sondaggi pubblicati oggi.
Secondo il sondaggio di Ipr Marketing per Repubblica, il 59% degli italiani plaude alla decisione della corte di dichiarare incostituzionale il Lodo Alfano e due terzi degli intervistati ritengono che la Consulta sia imparziale, nonostante le accuse del premier di essere composta da "giudici di sinistra".
Inoltre, il 72% pensa che anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, sia imparziale e sei su dieci pensano che Berlusconi abbia reagito male alla sentenza.
Ma soltanto un quarto degli intervistati è favorevole alla fine anticipata della legislatura e del governo Berlusconi, che dovrebbe terminare nel 2013.
In un altro sondaggio, quello di Ispo per il Corriere della Sera, il 72% si è detto in disaccordo con la legge sulla sospensione dei processi.
La popolarità di Berlusconi rimane poco sotto il 50% (un sondaggio Ispo, per il Corriere della Sera, lo dà al 45%), una percentuale stabile negli ultimi mesi, dopo che l'annuncio della moglie di volere il divorzio e lo scandalo a sfondo sessuale ha fatto calare il sostegno tra i cattolici e le donne.
Nel frattempo il ministro Brunetta ha preso le distanze da Silvio Berlusconi, dichiarando "se uno è democratico, accetta che il Presidente della Repubblica diventi il presidente di tutti gli italiani, e per me lo è". E ancora "Giorgio Napolitano è il mio presidente". Voleva forse dire, in altre parole, che il presidente Berlusconi non accetta le regole della democrazia???

mercoledì 7 ottobre 2009

Berlusconi: "...e il Presidente della Repubblica sapete da che parte sta!"


Berlusconi, come un disco rotto, a proposito del pronunciamento della Corte Costituzionale sul Lodo Alfano, grida alla sentenza politica. E se la prende anche con il Presidente della Repubblica: "...sapete da che parte sta!".
Pronta e impeccabile la risposta del Quirinale: "Il Presidente sta dalla parte della Costituzione".
E, domandiamo noi, Berlusconi da che parte sta?

Il "Lodo Alfano" è incostituzionale


La Corte Costituzionale, il massimo organo di garanzia previsto dal nostro ordinamento, si è pronunciata: la legge deve essere uguale per tutti, anche per i potenti.
E' questo il senso del pronunciamento della Corte che ha dichiarato incostituzionale il cosiddetto "Lodo Alfano" (riedizione rivista e corretta del "Lodo Schifani"), il provvedimento voluto dal Governo di centrodestra per "sospendere" i processi a carico di alte cariche dello Stato: il Presidente del Consiglio, i Presidenti di Camera e Senato, il Presidente della Repubblica.
Di questi 4, è bene ricordare, che l'unico ad avere dei procedimenti penali in corso è il Presidente del Consiglio, per fatti che riguardano non il ruolo istituzionale oggi ricoperto ma la sua precedente attività di imprenditore.
E' bene, sarebbe bene, che il centrodestra e il Presidente del Consiglio, prendessero atto - rispettosamente - di questo pronunciamento della Corte.
Continui a governare, il Presidente del Consiglio, e affronti i processi, come farebbe ogni altro cittadino. E impari a difendersi nei processi e non dai processi.

Leggi le valutazioni della Segreteria nazionale del PD e dei dirigenti Democratici.

La destra dice che i soldi per il Fondo di solidarietà non ci sono, ma Zaia regala 150milioni di euro all'ippica


La cosa è clamorosa.
Gli impegni presi dal Governo e dal Ministro Zaia per finanziare il Fondo Nazionale di Solidarietà 2008 e 2009, per assicurare le colture e le produzioni agricole, non vengono mantenuti: non ci sono soldi, dicono!
Lo dice anche il PdL casolano, nella sua difesa d'ufficio del Governo e del Ministro, ma poi si scopre che i soldi ci sono, eccome! Ma non per i nostri agricoltori, per la nostra frutticoltura, bensì per l'ippica, per finanziare i premi delle gare ippiche.
Zaia ci ha messo 150 milioni di euro! La notizia è del 28 settembre 2009: vedere per credere.

Ecco cosa scrive il PdL casolano nel suo blog, per giustificare il mancato finanziamento del Fondo di solidarietà, con una sicumera che meriterebbe miglior causa (e maggior conoscenza dei fatti):
"...Tutti sanno che il nostro governo è seriamente impegnato a non espandere l’indebitamento dello Stato che rappresenta la madre di tutte le sventure economiche della Repubblica e a non aumentare la pressione fiscale sui cittadini.
Se oggi fosse stata al governo la sinistra indovinate un po’ quale sarebbe stata la ricetta per affrontare una crisi di questa profondità e di questa durata? Naturalmente l’espansione dell’indebitamento dei conti pubblici e l’aumento delle tasse. Noi non vogliamo utilizzare quei metodi e stiamo operando per tenere i conti sotto controllo.
Auspichiamo quindi che il Governo recuperi quanto prima le risorse necessarie per alimentare il Fondo. Ma Iseppi con i suoi proclami non confidi troppo sull’ingenuità degli agricoltori che sanno bene come stanno le cose e soprattutto sanno che dalla morsa della crisi si viene fuori tutti assieme con la determinazione e con il lavoro di tutti".
Sì, ci vuole proprio una bella faccia tosta.

lunedì 5 ottobre 2009

L'anomalia di quel lodo

Riportiamo di seguito un articolo pubblicato oggi nel sito web del Corriere della Sera a firma di Giovanni Sartori sul lodo Alfano, sulla cui costituzionalità si pronuncerà domani 6 ottobre (o mercoledi 7 ottobre) la Corte Costituzionale.
Giovanni Sartori è considerato il più grande politologo italiano ed uno dei massimi esperti di politologia a livello internazionale.

"Poco più di sette an­ni fa — era il 2002 — scrivevo dell'im­munità parlamen­tare e avanzavo una propo­sta: «consentire al parla­mentare di scegliere tra sottomettersi al giudizio della magistratura o invo­care l'immunità. Però nel secondo caso non si potrà ripresentare alle elezioni e dovrà affrontare, a manda­to scaduto, il corso della giustizia. Questa proposta protegge il rappresentan­te nell'esercizio delle sue funzioni ma non consente a nessuno di sfuggire alla giustizia per tutta la vita. Immunità sì; ma non un’immunità che trasfor­mi le Camere in un santua­rio di indiziati in altissimo odore di colpevolezza».
Va da sé che questa pro­posta non fu accolta. Ven­ne invece approvata una legge che fu poi bocciata, nel 2004, dalla Corte Costi­tuzionale. Così ora ci risia­mo con il cosiddetto Lodo Alfano. Le novità sono due. Intanto scompare la parola immunità sostitui­ta dalla melliflua dizione «sospensione del proces­so penale». In secondo luogo questa immunità (perché tale è) si applica soltanto alle più alte cari­che dello Stato, e così di­venta, in apparenza, «im­munità salva-quattro».
In apparenza, perché an­che questo è un camuffa­mento. I presidenti delle due Camere non hanno mai chiesto un’immunità privilegiata, speciale, né si capisce perché ne abbiano bisogno, e cioè perché debbano essere insostitui­bili. Quanto al capo dello Stato, l'inquilino del Quiri­nale è già tutelato dall'arti­colo 90 della Costituzione, che lo rende indiziabile soltanto per «alto tradi­mento e per attentato alla Costituzione»; e in tal ca­so «è messo in stato d'ac­cusa dal Parlamento» (non dalla magistratura). Ne consegue che la «sal­va-quattro» è in realtà una cortina fumogena per una leggina ad personam (dav­vero con fotografia) che è soltanto «salva-uno» che è soltanto salva-Cavaliere.
Il fatto è che in tutte le democrazie un capo del governo viene sostituito senza drammi e senza che questo evento «possa osta­colare seriamente l'eserci­zio delle funzioni politica­mente più elevate» (come sostiene melodrammatica­mente l'Avvocatura dello Stato).
Melodrammatico o no, l'argomento (discutibi­lissimo) non è un argo­mento giuridico. La Corte, che udirà il caso domani, dovrà soltanto valutare se il privilegio di intoccabili­tà a vita appetito da Berlu­sconi sia costituzional­mente accettabile.

Già, a vita. Il Lodo parla di sospensione tempora­nea; ma sembra che lasci aperto, senza dare nell'oc­chio, un varco fatto su mi­sura per Berlusconi. Nel te­sto Alfano, articolo 5, la «sospensione non è reite­rabile » se applicata a suc­cessive investiture in altre cariche; ma tace su succes­sive investiture nella stes­sa carica. Pertanto basta che Berlusconi si faccia sempre rieleggere presi­dente del Consiglio per es­sere salvaguardato sine die , senza termine.
Intravedo già che l’ono­revole avvocato Ghedini di­rà proprio così. Mi chiedo se la mia pro­posta del 5 agosto 2002 non fosse meglio dei mo­striciattoli escogitati da al­lora. "

mercoledì 30 settembre 2009

"Famiglia Cristiana" e lo scudo fiscale: "E' una beffa per gli onesti"


"L'ennesima beffa per la gente onesta". Così Famiglia Cristiana (n. 40 del 4 ottobre 2009) definisce lo scudo fiscale, in un articolo firmato dal vicedirettore Fulvio Scaglione.

Secondo il settimanale cattolico "ci vorrebbe qualcuno avvezzo a complicate missioni diplomatiche per mettere d'accordo il Tremonti A, moralista e filosofo dell'economia, ispirato lettore dell'enciclica Caritas in veritate", con il Tremonti B, "manovratore di scudi fiscali" e "furbetto del governino".

Il commento (intitolato "Tremonti fa il filosofo ma poi premia gli evasori") parla di "nemmen tacita legalizzazione dell'evasione, premiata ogni due anni con un bel condono di Stato".

martedì 29 settembre 2009

Chieda scusa!


"Si vergogni l'opposizione che inneggia a -6", con allusione alle scritte comparse sui muri di Milano che ricordavano i sei parà rimasti uccisi nell'attentato di Kabul. "Un'opposizione che brucia in piazza le sagome dei nostri soldati, che inneggia a -6 è inaccettabile. Vergogna, vergogna, vergogna - urla - In Afghanistan ci siamo e ci staremo perché abbiamo il dovere di costruire la democrazia, altrimenti le conseguenze ricadrebbero su tutti noi".
Pensavamo fosse Sabina Guzzanti in una delle sue imitazioni più riuscite, invece era davvero Silvio Berlusconi a parlare alla festa del PDL...
Un attacco sconcertante che costringe il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, a fare chiarezza: “Posso confermare che ho sempre messo in luce l’importanza del larghissimo sostegno dell’opinione pubblica e delle forze politiche all’impegno di militari italiani in missioni di pace all’estero, condiviso dalle forze fondamentali dell’opposizione - scrive Napolitano in una nota - Questo sostegno, di cui sono state parte integrante le forze fondamentali dell’opposizione, anche in occasione di importanti votazioni in Parlamento, si è tradotto in generale commosso e rispettoso omaggio, da ultimo, ai sei nostri caduti in Afganistan e in affettuosa, solidale vicinanza alle loro famiglie.E’ questo - prosegue il capo dello Stato - un titolo di vanto per l’Italia, che ho sempre prospettato ai miei interlocutori stranieri”. Poi ammonisce: “E’un dato rilevante e importante, che non può essere scalfito da episodi di becera e indegna contestazione ai quali non può essere attribuito alcun peso e rilievo effettivo”.
Il segretario nazionale del PD, Dario Franceschini, osserva che il premier “parlava in playback. Gli insulti sono gli stessi da quindici anni. E recitando si scalda anche!”. Poi si fa serio: “Siamo orgogliosi della partecipazione dell’Italia alle missioni internazionali, che avrebbero un profilo diverso senza la cooperazione civile”.
Anche Pier Luigi Bersani ha scelto di rispondere con una battuta: “Quando sento il premier che dice che l’opposizione gioisce per i soldati morti cosa dovremmo fare, vorrei chiederlo a una persona normale, chiamiamo il 118? Questo è quello che mi preoccupa”.
A replicare per prima era stata Roberta Pinotti, responsabile Difesa del PD: “Si vergogni, si vergogni, si vergogni il Presidente del Consiglio che anche quando fa il comiziante della peggior specie alle iniziative politiche del suo partito, dovrebbe ricordarsi che sul tema dei nostri militari impegnati nelle missioni internazionali chi ha dato uno spettacolo indecoroso è stato il suo governo. Chi si è macchiato di scritte infamanti o ha bruciato bandiere non fa parte dell’opposizione che oggi siede in Parlamento, ed è un’operazione di bassa demagogia ascrivere questi comportamenti ad un’opposizione che come il partito democratico, pur su temi difficile per l’opinione pubblica, come le politiche internazionali e le missioni militari ha tenuto una posizione coerente e responsabile. Si ricordi il Presidente Berlusconi che chi ha chiesto il ritiro all’indomani di un attentato mettendo a maggior rischio l’attività dei nostri militari in Afghanistan è stato un ministro del suo governo a cui lui stesso ha dato credito parlando di un nostro imminente disimpegno. Probabilmente il Presidente Berlusconi vuole mascherare le contraddizioni della sua coalizione e il fallimento della politica estera del suo governo che porta l’Italia a scendere vertiginosamente nel suo peso sulle questioni di politica internazionale”.
Piero Fassino bolla lo show come “un discorso vergognoso, indegno di un capo di governo. E’ inaccettabile che il presidente del Consiglio strumentalizzi i morti di Kabul per una volgare aggressione all’opposizione, quando tutti sanno che l’impegno militare del nostro paese nelle missioni internazionali di pace è stato deciso anche con il concorso dell’opposizione".
Poi arriva l’ennesima smentita, con la quale il premier fa sapere che intendeva riferirsi alla sinistra extraparlamentare (eppure parlava di opposizione…).
E Franco Frattini, il ministro degli Esteri, continua a seguire la stessa linea: "Ma che leader sono? Fanno ridere i polli... Ha parlato col cuore, non ce l'aveva con Franceschini e Bersani".
A rispondergli è Fassino: "No, caro Frattini, le parole pronunciate da Berlusconi sono inaccettabili e indegne di un Presidente del Consiglio. Per una volta almeno nella vita, Berlusconi dovrebbe avere l'umiltà di riconoscere l'errore e di scusarsi con chi ha offeso. Milioni di italiani - ha aggiunto Fassino - non sono polli, hanno visto e ascoltato e potuto constatare di persona l'aggressività, il rancore e la volgarità con cui Berlusconi inveiva contro l' opposizione con accuse infamanti".

lunedì 28 settembre 2009

E' nervoso, ogni giorno è sempre più nervoso...


Il Corriere della Sera, il 21 settembre ha pubblicato un sondaggio svolto dalla ISPO srl, sugli orientamenti politico-elettorali degli italiani.
La popolarità del Presidente del Consiglio, che a settembre 2008 era al 51,7% e a giugno 2009 al 49,1%, a settembre 2009, un anno dopo, precipita al 45.1%. E lo stesso dato tra i "laici" passa dal 38 al 31%, tra i "cattolici sporadici" dal 52 al 43% e tra i "cattolici praticanti" passa dal 57 al 55%.
Tra gli elettori del PdL la popolarità del premier passa dal 92 al 90% (in calo anche nel PdL!), tra gli elettori del PD dal 20 all'11% (...anche chi una possibilità gliel'aveva data ha dovuto ricredersi), ma il calo più vistoso di popolarità è tra gli elettori della Lega Nord, dove perde quasi il 20% (dal 79 al 60%).
Da questi numeri si comprende meglio perchè, proprio in questi giorni, sia cresciuta ancora l'aggressività e la violenza verbale del Presidente del Consiglio e degli esponenti della destra contro il PD e l'opposizione. E', sono, nervosi, sempre più nervosi...

sabato 26 settembre 2009

Lo “scudo fiscale” voluto dal Governo Berlusconi è un’offesa ai cittadini che pagano le tasse, e un regalo… rispetto ai costi degli altri Paesi


Lo scudo fiscale varato dal governo oltre a essere una vergogna e un’offesa ai cittadini onesti che pagano le tasse, è ”un regalo” rispetto agli analoghi provvedimenti adottati in altri Paesi.
E' quanto emerge da uno studio condotto dall'associazione NENS secondo il quale l'utilizzo dello scudo italiano ha un costo inferiore fino a 10 volte rispetto a quelli, ad esempio, di Usa e Gran Bretagna.
In sintesi, rileva il NENS, per sanare 100 euro di capitali evasi e detenuti all'estero, nel Regno Unito e negli USA si pagano circa 50 euro, in Italia, si pagano al massimo 5 euro. Se fossero stati regolarmente dichiarati, i 100 euro di redditi evasi dagli italiani avrebbero dovuto pagare imposte ordinarie intorno ai 43 euro.
Lo scudo fiscale, si legge nella ricerca, "varato dal Governo su input del ministro dell'Economia Giulio Tremonti, prevede che gli italiani possano regolarizzare ricchezze mobiliari (titoli, conti correnti, polizze e quant'altro) e patrimoni immobiliari detenuti illegalmente all'estero e mai comunicati al fisco. Per mettersi al sicuro basterà pagare una somma modesta. In particolare, i contribuenti infedeli potranno aver salvo il portafoglio versando al fisco il 50 per cento del rendimento teorico che i fondi detenuti illegalmente all'estero avrebbero potuto produrre ogni anno.
Il rendimento teorico e' fissato dalle stesse norme varate dal governo e dal Parlamento al 2 per cento. E dunque il conto e' presto fatto: per essere in regola si dovrà pagare l'uno per cento l'anno dell'intero ammontare, per un periodo massimo di cinque anni"
.
Non solo, ma per regolarizzare la propria posizione "i contribuenti infedeli potranno giovarsi del completo anonimato. Per legge il loro nome sarà gelosamente custodito dagli intermediari bancari e finanziari ai quali sarà affidata l'operazione. E nessun altro intervento fiscale (né penale - ndr) potranno subire da quel momento in poi sulle ricchezze messe in regola".

Lo studio e' disponibile sul sito www.nens.it.
Per approfondire l'argomento, segnaliamo l'intervista a Vincenzo Visco "Riciclaggio e corruzione. Il marcio dietro lo scudo", pubblicata su Il Manifesto de 24.09.2009.

E… a proposito di "scudo fiscale", piuttosto che scandalizzarsi per il conferimento delle reti del gas a Hera (che valorizza il patrimonio pubblico!), la destra casolana farebbe meglio a indignarsi per questo vergognoso regalo fatto dal Governo Berlusconi a evasori e mafiosi.

sabato 19 settembre 2009

Carinerìe


Brunetta: "La sinistra prepara colpo di Stato, vada a morire ammazzata"
Il ministro della Pubblica amministrazione e Innovazione Renato Brunetta, al convegno del PdL a Cortina d'Ampezzo, attacca ancora la sinistra "elitaria e parassitaria", accusandola di preparare un colpo di Stato. Alla "sinistra permale" manda a dire: "Vada a morire ammazzata. Mentre gestivamo la crisi non abbiamo visto l'opposizione. E questo per la democrazia è un problema. Abbiamo visto le elite, o sedicenti tali, impegnate a buttare giù il governo. Sono sempre le solite: quelle delle rendite editoriali, finanziarie, burocratiche, cinematografiche e culturali, che hanno combattuto il governo reo di aver cominciato a colpire le case matte della rendita". Alla "sinistra perbene" Brunetta rivolge l'invito a liberarsi dall'oppressione di questa "elite di merda".

martedì 15 settembre 2009

PdL: anche a Faenza non scherzano!

Chi comanda? Chi ha titolo a parlare? Chi rappresenta chi? ...anche a Faenza, stando a questa nota del "Carlino" di oggi, 15 settembre, la confusione nel PdL regna sovrana.

Scricchiolii 4


L'attacco diventa sempre più pesante e sempre più diretto. Un vero e proprio messaggio intimidatorio. Vittorio Feltri pubblica oggi (15 settembre 2009) sul “Giornale” (il quotidiano di proprietà della famiglia Berlusconi) un altro duro editoriale contro Gianfranco Fini (nella foto, intervistato alla Festa del PD di Genova), con una polemica che ricorda il caso del direttore dell'Avvenire, Boffo, poi costretto alle dimissioni. Il direttore del “Giornale” cita un dossier contro il presidente della Camera e contro uomini a lui vicini in merito a incontri con squillo in sedi istituzionali. Il "fondo" è intitolato "Il presidente Fini e la strategia del suicidio lento", poi un secondo titolo: "Ultima chiamata per Fini: o cambia rotta o lascia il PdL".
Fini, da parte sua, osserva che "Di fronte a chi solleva delle questioni politiche si risponde con il fango e le minacce".
E intanto le tensioni nel PdL e nella maggioranza aumentano, e si parla di elezioni anticipate.
Così vanno le cose nel centrodestra, dove a quanto pare la nascita del PdL – questa sì, una fusione a freddo! – ha tutt’altro che risolto il rapporto tra le sue diverse anime. E soprattutto non ha risolto le modalità del processo decisionale: qual è il processo di formazione delle decisioni, in quali sedi si discutono le scelte politiche, come si selezionano i gruppi dirigenti, chi decide le candidature ai vari livelli, che ruolo hanno gli iscritti?
Avevamo già segnalato questo problema… a quanto pare con qualche fondamento.
Quelli che oggi litigano sono gli stessi che volevano fare la lezione al PD, che sbertucciavano il dibattito interno del PD, che deridevano le regole che il PD si era dato nella sua fase costituente, che denunciavano le lacerazioni e le divisioni del PD (…perché, evidentemente, poco abituati a discutere e a confrontarsi), che denigravano le elezioni primarie del PD…
E’ proprio vero: con le patacche si può riuscire, per un po', a nascondere la realtà, ma la verità, alla fine viene a galla. Sempre.

sabato 12 settembre 2009

Scricchiolii 3

"Farefuturo" in difesa di Fini
Quaranta domande al Pdl. A farle è il magazine online della Fondazione Farefuturo che risponde così alle accuse di tradimento rivolte contro Gianfranco Fini. Una lunga serie di domande che iniziano tutte con la premessa "Tradire significa....?", scritte dal direttore del giornale online Filippo Rossi. Una risposta politica alle critiche mosse al presidente della Camera.
Una lista che affronta tutti i motivi di tensione tra l'ala finiana del Popolo delle libertà e la maggioranza del partito. E che si conclude con il dubbio che "i traditori" siano proprio coloro che accusano di tradimento".
La Fondazione è di nuovo in campo dopo le critiche rivolte, il 27 aprile scorso, alle candidate-veline.
...Sì, perché non la "sinistra", ma la Fondazione "Farefuturo" (area di destra) fece deflagrare il caso delle "veline" candidate al Parlamento europeo nelle liste del PdL su decisione di Berlusconi (...a proposito di complotti!).

domenica 26 luglio 2009

A proposito di democrazia: le regole del PdL per eleggere il Presidente


Lo Statuto del PD prevede che l'elezione del Segretario nazionale e dei Segretari regionali avvenga in due diverse fasi: una prima fase, riservata agli iscritti, nelle riunioni di Circolo, per selezionare le candidature, e una seconda fase - aperta a tutti gli elettori del PD - per votare chi, tra i candidati selezionati dagli iscritti, debba diventare Segretario. A ogni candidatura corrisponde una "piattaforma" politica e programmatica, che viene proposta alla discussione e al giudizio degli iscritti.

In ognuno di questi passaggi è garantita la segretezza del voto. E' successo il 14 ottobre 2007 e accadrà altrettanto il 25 ottobre 2009.
Nel PD lo Statuto stabilisce che tutte le cariche siano contendibili, e quando vi siano più candidati si deve procedere con un voto a scrutinio segreto tra gli scritti o, più spesso, tra gli elettori.
Ma quali sono le regole per l'elezione del Segretario (Presidente) e dei candidati alle cariche istituzionali nel PdL (Popolo della Libertà)?
Abbiamo consultato lo Statuto del nuovo partito del centrodestra:
"Il Presidente nazionale del Popolo della Libertà - si legge nello Statuto - è eletto dal Congresso nazionale con apposita votazione, anche per alzata di mano, secondo le modalità che verranno individuate nel Regolamento congressuale".
E per le altre cariche istituzionali, come si arriva - nel PdL - a decidere le candidature?
Per le elezioni nazionali e europee, dice lo Statuto, "Le candidature sono stabilite dal Presidente nazionale d’intesa con l’Ufficio di Presidenza, e formalizzate dai Coordinatori.
Stessa cosa per le elezioni regionali: "La candidatura a Presidente di Regione è stabilita dal Presidente nazionale d’intesa con l’Ufficio di Presidenza, sentito il Coordinatore regionale, ed è formalizzata dai Coordinatori. Allo stesso modo si procede per le candidature nelle liste per la quota maggioritaria".
In conclusione, nel PD sono previsti ampi spazi di partecipazione e decisione a iscritti e elettori (…ma si può sempre fare meglio!), nel PdL invece, decide il Presidente nazionale.
Quello stesso Presidente, Silvio Berlusconi, eletto nel congresso fondativo del PdL né con voto segreto né con voto per alzata di mano, ma per acclamazione.
Per lui bastano gli applausi!